1219. «Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno»

La semina del mattino
1219. «Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,40).

Analogamente alla Solennità di tutti i Santi, la Chiesa commemora in un’unica celebrazione il ricordo di tutti i defunti. È sempre vivo nel cuore dei credenti e dei viventi la memoria di chi non è più, di quanti hanno varcato il confine della vita terrena e sono approdati al porto della vita eterna. Lo scorrere inesorabile del tempo dà pieno compimento all’esistenza umana segnata dal peccato proprio nel mistero della morte che, mentre rompe definitivamente con la vita sulla terra, fa ritornare l’uomo alla vita senza fine segnata dall’immortalità e dal dono grande della Misericordia di Dio. Dalle pagine della Sacra Scrittura si apprende il modo di concepire e di accogliere il mistero della morte ed i defunti, il cui ricordo è salutare, quanto il dovere di offrire loro il sacrificio di espiazione per i peccati commessi. La Chiesa nella sua liturgia ogni giorno dà valore a questa memoria, inserendola nella preghiera eucaristica, proprio perché nel mistero della morte e risurrezione di Cristo, trova senso e pienezza il mistero della morte umana. La visita al cimitero in questi e nei giorni prossimi, esprime il legame con i defunti venuto meno solo fisicamente, mentre rimane inalterato il legame spirituale che si consolida sempre più in vista di una ricongiunzione definitiva nella comunione dei beni spirituali. Le tombe ed i sepolcri ricordano chi non c’è più e nascondono agli occhi di chi vive un corpo destinato alla corruzione ed al ritorno in polvere. L’anima assetata di Dio, mentre in vita ha desiderato ardentemente di essergli vicino anelando all’unità, gode ora della visione beatifica. Il ricordo dei defunti, a partire da coloro con i quali vi è in comune la carne ed il sangue, è un impegno sacro di gratitudine nei loro confronti e la tessitura di un rapporto che va oltre la morte e segna la vita di chi ancora cammina sulla terra. P. Angelo Sardone