1196. «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico. Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore»

La semina del mattino
1196. «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico. Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore» (Gio 3,1).

Per porre fine allo scompiglio sulla nave ed al grave pericolo di affondare, col suo stesso consenso. Giona viene gettato in mare ed inghiottito da un grosso pesce. Vi rimane tre giorni e tre notti ma non muore. Prega il Signore intensamente ed infine viene vomitato sulla spiaggia. Rassegnato al volere divino accoglie la Parola del Signore che gli ingiunge di recarsi a Ninive e cominciare la sua azione di annunzio e predicazione sul tema della conversione. Già dopo il primo giorno di cammino nella metropoli i niniviti accolgono le sue indicazioni e a cominciare da re, bandiscono un digiuno e fanno penitenza, inducendosi alla conversione e chiedendo a Dio di non farli perire. Alla vista di ciò Dio stesso accantona i suoi propositi minacciosi e risparmia la città. Non è sempre facile farsi collaboratori di Dio nell’annuncio, soprattutto quando si tratta di evidenziare situazioni di vita ingombranti che richiedono fermezza di parola e risoluta decisione nel cambiare
abitudini e modi di vita. L’iniziale paura si tramuta in presa di coscienza e resa dinanzi al volere divino, anche attraverso la coercizione. Ma alla fine tutto si risolve in bene, comprese le gravissime difficoltà ed i rischi di perdere la vita in situazioni estreme e fuori del normale. Dio non costringe, ma a volte dinanzi ad una riluttanza carica di paura, calca la sua mano ed attraverso gli avvenimenti anche eclatanti, fa comprendere che ciò che conta è la sua volontà che porterà sicuramente ad un risultato insperato sia da parte di chi è inviato che di quanti godranno del suo servizio apostolico. P. Angelo Sardone