1181. «Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda»

La semina del mattino

1181. «Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda» (Esd 1,2).

Collocato tra la fine del IV e la metà III secolo a.C. in Giudea, il Libro di Esdra, opera di autori ignoti, è composto di 10 capitoli e racconta il ritorno degli Ebrei dall’esilio di Babilonia, decretato da Ciro il 538 a.C., la ricostruzione del tempio e l’attività riformatrice di Esdra. Questi era un sacerdote che, come Mosè, guidò il ritorno in patria di circa 5000 Ebrei che erano stati esiliati a Babilonia. Quando Neemia, coppiere del re Artaserse, ebbe ricostruito le mura di Gerusalemme, distrutte dal re Nabucodonosor, ci si preparò alla loro consacrazione con la lettura del rotolo della Legge fatta da Esdra e la relativa spiegazione ed interpretazione dei passi. Al termine fu rinnovato il patto di alleanza e di osservanza della legge, già sancito da Dio con Mosè. Una figura di primo piano, latore della stessa Parola di Dio è proprio il re Ciro, il grande che, pur di avere anche il controllo dell’area fenicio-palestinese emise l’editto che consentiva agli Ebrei di fare ritorno in patria. Gli avvenimenti storici rientrano così nell’ottica della fede in un organigramma nel quale trova posto l’azione provvidente di Dio che talora si serve anche di persone estranee al suo popolo, per dargli autonomia e libertà. Quando in ogni epoca storica, si è disponibili all’ascolto dei richiami provvidenziali divini, si aprono prospettive di soluzione e di ricostruzione non solo fisica, ma anche e soprattutto spirituale e morale di ogni individuo. P. Angelo Sardone