1180. «L’uomo iniquo ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona»

La semina del mattino

1180. «L’uomo iniquo ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona» (Is 55,7).

La terza parte del libro del profeta Isaia si apre con un invito del Signore ad accedere al banchetto della vita: si troverà Dio stesso che è acqua, vino e latte, cibi succulenti, cose buone da mangiare. Sono esemplificazioni di benessere spirituale e materiale. A ciò si aggiunge la certezza di una alleanza eterna nella quale tutto ciò che era stato concesso a Davide ed ai Padri del passato, sarà rinnovato in forma definitiva e per sempre. L’attenzione del Signore è rivolta particolarmente a risanare il rapporto che l’uomo ha con Dio, soprattutto l’iniquo ed il peccatore, caratteristica costante del popolo di Israele, garantendo il perdono e la misericordia senza limiti. Dio si presenta come il Dio della benevolenza e del perdono, dell’accoglienza e della comprensione, della verità e della misericordia. Il vero suo volto è Cristo. S. Giovanni XXIII aprendo il Concilio Vaticano II indicò alla Chiesa il sentiero più opportuno da seguire: «Usare la medicina della misericordia invece delle armi del rigore, madre amorevolissima di tutti, benigna, paziente, buona verso i figli da lei separati». Gli errori vanno certamente riprovati: ciò è verità ma esige carità, richiamo discreto, rispetto ed amore. Queste sono le vere ricchezze della Chiesa che sull’esempio di Cristo si fa misericordia e perdono, accogliendo chiunque, a tutte le ore della vita, ma esigendo il desiderio ed il proposito di voler camminare nella via della verità, della pace e dell’impegno serio, frutto di una conversione autentica e duratura. P. Angelo Sardone