1157. «Vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio possiate progredire ancora di più»

La semina del mattino
1157. «Vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio possiate progredire ancora di più» (1Ts 4,1).

S. Paolo parla nel nome di Cristo rendendo noto il suo insegnamento morale, e facendo in modo che la morale profana tipica degli ambienti pagani, acquisti un valore nuovo, messa sotto il segno stesso di Cristo. È questa la caratteristica propria della morale umana che si realizza e si completa in quella divina specificata nell’ordine della legge naturale ed in quella positiva dei comandamenti. La volontà di Dio è chiara: la santità del suo popolo attraverso Cristo che si è fatto «santificazione». Per questo nel linguaggio dell’epistolario di Paolo i cristiani sono spesso chiamati «santi». I mezzi per perseguirla sono anch’essi altrettanto chiari: astensione dall’impurità trattando il proprio corpo e quello della propria moglie con rispetto senza essere dominati dalla passione, che è prerogativa di chi non conosce Dio. Come anche l’offesa gratuita e l’inganno nei confronti dei fratelli. Il disprezzo di queste cose corrisponde al disprezzo di Dio che continua comunque a donare il suo Spirito di intelletto e fortezza. Nella logica attuale queste realtà sembrano relegate al comportamento individuale e privato come se si trattasse di cose opzionali che non si allineano e non corrispondono alla mentalità moderna molto più liberale e permissiva in tutto. I frutti nefasti si vedono e si colgono ogni giorno a tutte le età, compresa quella dell’adolescenza. Ma se gli insegnamenti che provengono dai livelli diversi di una educazione permissiva e narcisistica a partire dalla prima agenzia educativa che è la famiglia sono tali, non si può pretendere di raccogliere conseguenze diverse. P. Angelo Sardone