1153. «Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da Lui»

La semina del mattino

1153. «Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da Lui» (1Ts 1,4).

La prima lettera di S. Paolo ai Tessalonicesi è il primo degli scritti del Nuovo Testamento. Accanto alla riconoscenza espressa verso Dio ed agli interlocutori che, scelti da Dio, hanno accolto con frutto la sua predicazione, contiene numerose istruzioni sulla vita cristiana ed i relativi comportamenti in vista del ritorno di Cristo alla fine dei tempi. La testimonianza di Paolo e degli altri missionari è veicolo efficace di trasmissione e di veridicità della fede abbracciata. Nella sfera del discepolo e del maestro si situa la vita e l’opera di uno dei più grandi santi di ogni tempo, uno dei più dotti e citati per la sapienza, l’acume e l’altezza degli insegnamenti teologici, S. Agostino di Ippona (354-430), ponte tra l’Africa e l’Europa. Spirito inquieto e tormentato sin dall’adolescenza, alla ricerca continua della verità e della felicità, percorre itinerari molteplici di vita e di studio che lo indirizzano dalla retorica di cui è eccellente esponente, alla vita leggera di svaghi e divertimenti, dalla precoce paternità quando ha appena 19 anni, alla riflessione profonda, dall’arte retorica insegnata in patria ed a Milano, alla professione del manicheismo, dalla filosofia alla teologia. La lettura dell’opera di Cicerone «Ortensio» che lo invita a rientrare in se stesso e le omelie di S. Ambrogio a Milano affinano la sua sensibilità ed intelligenza facendolo decidere ad abbracciare con serietà la fede cattolica e lo studio della Sacra Scrittura. Tornato in patria costituisce una comunità monastica, viene ordinato sacerdote e quindi vescovo di Ippona esercitando tale ministero per 40 anni. Predica e scrive in abbondanza opere filosofiche, teologiche e mistiche comunicando l’esperienza della sua conversione nelle celebri «Confessioni», commenti alla S. Scrittura, trattati ed opere di indubbio valore teologico e sempre attuali sul Libero arbitrio, la Trinità, la Città di Dio. Non è da meno la sua santità, frutto di un radicale cambiamento e della sequela di Cristo «bellezza tanto antica e tanto nuova». Auguri a tutti coloro che ne portano il nome. P. Angelo Sardone