115. «Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta» (2Cor 4,7).

_La semina del mattino_

*115. «Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta» (2Cor 4,7).* La vita, la salute, la fede, sono un grande tesoro. La Grazia, la vocazione, la famiglia, i figli sono altrettanti tesori che riempiono la vita e le danno senso. Sono doni che Dio elargisce gratuitamente secondo i suoi insondabili pensieri ed i provvidenziali disegni. Oltre i doni ordinari, ve ne sono alcuni straordinari che il Signore fa all’uomo per la realizzazione piena della sua felicità ed in vista di un progetto d’amore a favore degli uomini. *Il sacerdozio è un dono prezioso* fatto da Dio a uomini da Lui *scelti e costituiti per il ministero* del servizio e dell’offerta dei sacrifici per i propri peccati e quelli altrui. _*È un tesoro di valore incommensurabile racchiuso però nel vaso di creta della finitezza e del limite umano segnato dal peccato*_. Dio chiama a realizzare un’esistenza di qualità ed una missione particolare, uomini deboli, ma li dota di una grazia singolare che li distingue e separa dagli altri con la trasformazione ontologica operata col sacramento dell’ordine. La grandezza della dignità e dell’onore del sacerdote si innestano nella debolezza che gli è propria, la fragilità che gli fa sentire _giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore_ (Eb 5,2-4). Questa realtà che schiaccia di responsabilità gli _«angusti pensieri»_ del sacerdote _(card. Giacomo Biffi)_ viene attenuata dal fatto che Cristo stesso, sommo ed eterno sacerdote, si è reso in tutto simile a noi, è stato messo alla prova ed ha sofferto, divenendo così capace di aiutare quelli che sono nella prova. La vita e la funzione sacerdotale non va giudicata e deprezzata per la debole apparenza, ma esaltata dalla misteriosa sua essenza. _P. Angelo Sardone_