1145. «Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera»

La semina del mattino

1145. «Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera» (Is 56,6).

Agli occhi di Dio gli stranieri hanno avuto sempre una grande considerazione ed un’attenzione speciale per via della loro particolare situazione. La terza parte del libro di Isaia si apre proprio con una promessa loro riservata. Composto probabilmente dopo il ritorno dall’esilio, questo oracolo preannunzia che presto nel popolo di Israele confluiranno molti stranieri proseliti, a condizione che professino l’alleanza e pratichino la circoncisione, il suo segno manifesto. Le altre condizioni richieste sono una adesione sincera e la professione di una servitù d’amore nei confronti di Dio, indispensabili per entrare a far parte del popolo eletto. Sarà poi il Signore stesso a condurli sul monte santo dell’incontro personale con Lui, a colmarli di gioia, ad introdurli nella sua casa di preghiera. La liturgia domenicale oggi non consente la celebrazione della memoria del dottore della Chiesa, S. Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) uno dei più grandi monaci di ogni tempo, formatore di tante generazioni di Santi e cristiani, che unisce alla preghiera ad alla contemplazione, l’azione concreta ed efficace per la soluzione di gravi problemi politici e religiosi del suo tempo in tutta l’Europa. Teologo, grande innamorato di Maria mediatrice di grazia, ha lasciato un patrimonio prezioso di scritti (331 sermoni, 534 lettere, trattati sulla grazia e libero arbitrio, battesimo, doveri dei vescovi). I suoi figli spirituali, i Cistercensi, erano autentici «apostoli con la zappa» perché con il lavoro e la preghiera dissodavano le questioni politiche e religiose di allora. Auguri a tutti coloro che ne portano il nome. P. Angelo Sardone