1143. «Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato»

La semina del mattino

1143. «Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato» (Gs 24, 13).

Uno degli elementi più significativi che caratterizzano il Libro di Giosuè e che lo concludono è la cosiddetta «Grande assemblea di Sichem» appositamente convocata nella località centrale della Palestina, facilmente accessibile da tutte le tribù. Costì Abramo aveva edificato un altare e Giacobbe aveva acquistato dei diritti, sbarazzandosi degli idoli portati dalla Mesopotamia. Giosuè riporta alla mente degli Israeliti gli interventi del Signore; il popolo sceglie Jahwé come Dio rifiutando gli altri dei; a conclusione dell’alleanza viene scritta la legge e proposta a quelli che non ne avevano sentito parlare, soprattutto le tribù del nord che non erano scese in Egitto. Questo evento è di grande importanza per il popolo eletto perché aggiorna la memoria storica e sancisce ulteriormente l’adesione a quel Dio che lo ha condotto e guidato ed ora ha donato definitivamente al popolo la terra che aveva promesso agli antichi padri. Nel corso del tempo l’esperienza verrà presa a modello di assemblee analoghe nelle quali si confermano principi storici e teologici importanti. Nella terra di Palestina si specifica anche l’azione e la testimonianza di S. Elena, madre dell’imperatore Costantino, alla quale, secondo la tradizione, si deve il ritrovamento della Croce di Cristo avvenuto il 326. Riabilitata nell’onore per essere stata ripudiata dal marito, ebbe il titolo di Augusta e collaborò in maniera attiva col figlio sovrano, all’inizio di una nuova epoca del Cristianesimo, con la costruzione di molte basiliche. Auguri a tutte coloro che ne portano il nome, il cui significato, dalla radice greca, richiama la lucentezza propria del sole e della Grazia di Dio. P. Angelo Sardone