1117. «Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere»

La semina del mattino

1117. «Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere» (Sap 12,18).

La Sapienza, è uno dei libri deuterocanonici, contenuto anche nella Bibbia ebraica. Appartiene al filone dei cosiddetti testi didattico-sapienziali. Si presenta come opera di Salomone, un espediente letterario per metterla sotto l’egida del più grande sapiente d’Israele. È stato scritto in greco, mentre la lingua propria del Vecchio testamento è l’ebraico. L’autore è probabilmente un pio ebreo vissuto ad Alessandria, dal momento che egli cita la Scrittura secondo la traduzione dei cosiddetti «Settanta», fatta proprio in questo ambiente. Il testo adoperato nella odierna liturgia domenicale inneggia a Dio che è la pienezza della forza ed esercita la sua giustizia con massima libertà. Per la prevalenza liturgica della domenica, viene oggi omessa la festa di S. Brigida di Svezia (1303-1373), mistica, compatrona d’Europa, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore, le cosiddette «brigidine» che si riconoscono per il copricapo con due bande che formano una croce i cui bracci sono uniti da una fascia circolare e con cinque fiamme che ricordano le piaghe di Gesù Cristo. Andata sposa all’età di 14 anni ad un brav’uomo con il quale condividerà la scelta di Terziaria Francescana, divenne madre di otto figli. Vivendo un’intima unione con Cristo e la Chiesa, fu dotata da Dio del particolare dono delle rivelazioni che riporterà nei suoi libri, unitamente alle orazioni da recitare per un anno, per riparare i 5480 colpi subiti da Gesù nella flagellazione. Rimasta vedova intraprese pellegrinaggi in luoghi diversi, finanche a Gerusalemme. La conclusione della sua vita avvenne a Roma in povertà e nell’assistenza ai malati. Quando si vive in piena docilità allo Spirito di Dio ed in conformità alle esigenze della comunione ecclesiale, si diventa testimoni significativi. P. Angelo Sardone