1116. «Lungo la notte ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Voglio cercare l’amore dell’anima mia»

La semina del mattino

1116. «Lungo la notte ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Voglio cercare l’amore dell’anima mia» (Ct 3,1).

In maniera del tutto appropriata la Liturgia applica queste mirabili espressioni all’esperienza umana e cristiana di S. Maria Maddalena, la cui festa di celebra oggi. L’inveterata tradizione, a partire dai Padri della Chiesa e codificata poi dall’estro poetico e teologico di S. Tommaso d’Aquino, la definisce «apostola degli apostoli». Ella appartiene al gruppo delle donne che seguivano Gesù nella sua predicazione, alcune delle quali erano state guarite da spiriti immondi ed infermità. Da lei erano usciti sette demoni (Lc 8,2). Il vangelo di Giovanni documenta il privilegio a lei toccato di ricevere la prima apparizione di Gesù risorto ed il conferimento dell’incarico di portare il lieto annunzio della risurrezione. Ciò è frutto del suo intenso rapporto di amore con Gesù che, come afferma il card. Martini, «si rivela come il suo Signore, colui che lei cerca». L’esperienza, soprattutto dei mistici, sottolinea la ricerca dell’amato che si concretizza in un profondo itinerario spirituale, che annovera gli elementi più umani e reali del buio, della difficoltà, del desiderio e della delusione che viene poi superata dall’inaspettata e personale manifestazione di Cristo. L’itinerario di fede di Maria Maddalena è graduale: sta all’esterno della tomba, cioè ai margini della comprensione diretta; vede gli angeli, mediatori ed intermediari della comunicazione dell’evento; cerca e chiede; riconosce il Maestro dalla sua chiamata per nome, profonda, che libera la mente da ogni falsa comprensione ed apre definitivamente alla missione post pasquale. Sarà lei infatti, come apostola degli apostoli ad annunziare ai discepoli la verità della risurrezione. Auguri a tutte coloro che portano il nome di Maddalena. P. Angelo Sardone