1105. «Dio riserva ai giusti il successo: è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia»

La semina del mattino
1105. «Dio riserva ai giusti il successo: è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia» (Pr 2,7).

Il libro dei Proverbi, soprattutto nella prima parte della raccolta delle sentenze, raggruppa elementi di grande saggezza attribuiti a Salomone. L’invito ricorrente è ad acquistare la sapienza, fatto dal padre al figlio e da Jahwé stesso, sapienza personificata. Dio riserva ai gusti la protezione ed è loro scudo in ogni operazione. Entro questi parametri si inscrive la vita e l’opera di uno dei più grandi santi che hanno influenzato con la loro dottrina la vita della Chiesa di ogni tempo, S. Benedetto da Norcia (580-560), il patriarca del monachesimo occidentale. Con la sua regola che si fonda sulla tradizione monastica dell’oriente, adattata alle nuove situazioni, ha influenzato positivamente la cultura e la civiltà, unitamente a tutti coloro che a Lui si sono ispirati, fondando il tutto sulla Parola di Dio e sulla liturgia. Passò dall’eremitaggio nel sacro speco a Subiaco, alla vita cenobitica e comunitaria prima a Subiaco e poi a Montecassino. A lui si deve il detto programmatico spirituale, pastorale e sociale «ora et labora». Accanto ad una solida spiritualità si svilupparono ben presto centri di cultura e di preghiera. La scuola del servizio al Signore è espressa in modo particolare dall’esperienza della vita monastica, laddove si incrociano e completano la preghiera e l’azione. Autorevole suo biografo fu ad appena 50 dalla sua morte S. Gregorio Magno, riportando nei suoi «Dialoghi» passi interessanti della sua vita e della sua proficua azione. S. Paolo VI, il 24 ottobre 1964 lo dichiarò Patrono d’Europa volendo suscitare «un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente. La sua Regola è una luce per il cammino di vita cristiana» (Benedetto XVI). P. Angelo Sardone