1102. «Ecco, l’odore del mio figlio come l’odore di un campo che il Signore ha benedetto. Dio ti conceda rugiada dal cielo, terre grasse, frumento e mosto in abbondanza»

La semina del mattino

1102. «Ecco, l’odore del mio figlio come l’odore di un campo che il Signore ha benedetto. Dio ti conceda rugiada dal cielo, terre grasse, frumento e mosto in abbondanza» (Gn 27,27).

La sequenza liturgica non è strettamente cronologica ma intende presentare tematiche di grande importanza per la storia sacra facendo conoscere per grandi linee a volte anche dettagliate, avvenimenti e situazioni. Isacco, figlio di Abramo, dopo la morte di sua madre Sara, all’età di 40 anni sposa Rebecca, una sua parente proveniente dalla terra di origine del padre e condotta in Canaan dal servo inviato da Abramo. Ella le partorì due gemelli Esaù, nato rossiccio e con tanti peli e Giacobbe. Crescendo. il primo divenne abile nella caccia, il secondo era uomo tranquillo che dimorava sotto le tende. La storia sacra narra le controversie tra loro, sin da quando erano nel grembo materno, il baratto del diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie, fino alla benedizione di Isacco carpita furbescamente da Giacobbe con la complicità della madre. Isacco, ormai vecchio e con gli occhi indeboliti all’atto della benedizione del primogenito non riconobbe Esaù, ma sentì l’odore dei suoi vestiti indossati da Giacobbe che aveva procurato la selvaggina che tanto piaceva al padre, l’aveva fatta cucinare dalla madre ed ora gliela offriva. Anche Esaù si era procurato la selvaggina e dinanzi alla benedizione usurpata da Giacobbe che di fatto era stato costituito dal padre suo signore. Questa benedizione sarà importante soprattutto per i popoli derivanti dalla loro discendenza. Attraverso le vicende anche ingannevoli con complicità fuori dell’ordinario, Dio scrive ancora le sue pagine di vita a beneficio dei suoi figli. P. Angelo Sardone