1094. «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione»

La semina del mattino
1094. «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione» (Gn 17,9).

Il rapporto dialogico tra Abramo e Jahwé è corredato sistematicamente dalle ingiunzioni che Dio gli dà in merito all’alleanza, come vincolo reciproco di fedeltà e di amore. L’esigenza dell’amore richiede naturalmente la piena adesione al patto che, aldilà della prescrizione giuridica, viene ottemperato con fedeltà, da Dio che si impegna a custodire il popolo che si è scelto, e dall’uomo che vi aderisce. Nel corso della storia i cristiani, soprattutto nei primi tempi del Cristianesimo sono stati fedeli al patto con Dio affrontando con coraggio anche il martirio. Il giorno seguente la solennità dei santi Pietro e Paolo la Chiesa fa memoria dei Santi Protomartiri romani. Nerone imperatore di Roma, il 16 luglio del 64 fece appiccare un incendio a Roma e per discolparsi dall’accusa di esserne stato l’autore, forse con la complicità dei Giudei allora molto potenti nella capitale dell’Impero, fece ricadere la responsabilità su un gran numero di cristiani, 979, che processati, furono dati in pasto alle belve o bruciati perché servissero da fiaccole notturne, come attesta lo storico Tacito negli Annales (XV, 44). Il papa S. Clemente nella sua lettera ai Corinti ricorda una «grande moltitudine di eletti che sopportarono molti oltraggi e tormenti e lasciarono un magnifico esempio». Questi esempi del passato hanno avuto riverberi nella storia cristiana di ogni tempo, compreso i tempi moderni. È vero, proprio come scriveva l’apologista Tertulliano nel II sec. che ieri, come oggi «il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani». P. Angelo Sardone