1086. «Io provo per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta»

La semina del mattino
1086. «Io provo per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta» (2Cor 11,2).

Il più ampio brano autobiografico di S. Paolo si trova proprio nella seconda lettera ai Corinti, ed è anche il più drammatico. La riluttanza iniziale viene assorbita dalla verità di quanto è affermato, sollecitato dal compito apostolico. Il timore è quello che i Corinti siano affascinati e disorientati da qualche super apostolo che già lo disprezzava ritenendolo inferiore nel parlare, nella scienza ed anche per il fatto che viveva del suo umile lavoro, in confronto a coloro che si sentivano sapienti. L’atteggiamento dell’Apostolo è simile a quello di chi nell’antico cerimoniale greco delle nozze, accompagnava la coppia nuziale alla casa dello sposo. La comunità cristiana di Corinto, frutto di tanto lavoro, sacrifici e lagrime, è per Lui come una sposa destinata ad un unico sposo, Gesù, come una vergine casta. Paolo avverte tutta la responsabilità del suo ruolo, manifestando addirittura una sorta di gelosia, frutto eminente del suo zelo. Questa bellissima testimonianza è frutto del suo modo di essere e di trattare la comunità, molto distante da affermazioni semplicistiche che vorrebbero S. Paolo chiuso, misogino ed arroccato nelle sue posizioni. Il suo zelo è esempio per le nuove Comunità cristiane e soprattutto per i pastori che devono avere con il popolo loro affidato un rapporto di affettuosità e di matura responsabilità, quasi gelosia, dettati dallo zelo per il suo bene e la sua salute spirituale. Questo è il patrimonio che tanti santi sacerdoti e religiosi hanno lasciato a singole persone e ad intere comunità. P. Angelo Sardone