1070. «Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!»

La semina del mattino

1070. «Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!» (Tb 2,14).

Il quadretto familiare di Tobi si colora di un tratto autobiografico che racconta la sua cecità dovuta allo sterco di un passero caduto sui suoi occhi e di una scaramuccia con sua moglie Anna che si guadagna da vivere lavorando a domicilio, tessendo la lana ad alcuni padroni. Una volta, in compenso del suo lavoro, le fu regalato un capretto da mangiare. Tobi sospettoso teme che l’abbia rubato. Anna ribadisce con forza che si tratta di un regalo e non essendo creduta sbotta con una frase ingiuriosa che richiama sarcasticamente le sue buone opere e lo stato di degrado cui si è ridotto. È una sorta di rivincita nei confronti di suo marito che pur facendo il bene nel nome del Signore è colpito dalla mala sorte. Pare di leggere il comportamento analogo della moglie di Giobbe. La situazione si spiega a partire dalla correttezza morale di Tobi interamente votato a fare il bene e nel timore di doversi vergognare ed il comportamento solare della moglie che non ammette assolutamente di aver brogliato o rubato alcunché. Queste problematiche spesso si trovano anche nella odierna società e nelle famiglie laddove a comportamenti votati al bene ed alla carità, seguono dissapori che sfociano anche in contrasti più o meno accesi quasi a dire: «fai tanto bene e questo è il risultato! Che fine hanno fatto le tue preghiere e le tue buone opere visto che ti sei ridotto così?». Talora si rimane costernati dinanzi a queste prove. La pazienza ed il silenzio possono essere la risposta più eloquente ad ogni forma di pur benevola provocazione. P. Angelo Sardone