Sintesi liturgica.
Vª domenica di Quaresima.
Il Signore che apre una strada nel mare e nelle acque potenti, dove lascia dietro morti i persecutori di Israele, ne apre una anche nel deserto. La novità si manifesta in ciò che compie per la salvezza: bisogna accorgersene. L’adultera, degna di lapidazione, secondo la legge, viene graziata da Gesù con l’inconsueto gesto di scrivere due volte per terra davanti ai Farisei che l’accusavano e dalle sue confortanti parole di assoluzione nei suoi confronti e l’invito a non peccare più. La vista dei propri peccati scritti per terra, secondo una interpretazione comune, determina nei suoi accusatori imbarazzo, silenzio e fuga da quel luogo e da quella situazione. La sublime conoscenza di Cristo e la potenza della sua risurrezione fa ritenere spazzatura ogni cosa. La giustizia viene dalla fede e rende conformi alla morte di Gesù. Lo sforzo del cristiano, proprio come S. Paolo, deve essere quello di lasciarsi conquistare da Cristo e correre per raggiungere la meta della perfezione, dimenticando ciò che sta ormai alle spalle, proteso solo verso ciò che sta di fronte. P. Angelo Sardone