Sintesi liturgica Anno «A»
IIIª di Avvento, «Domenica Gaudete o della Gioia».
Il ripetuto invito a rallegrarsi è dato dalla certezza che il Signore è vicino e viene a salvare. Tutta la creazione è coinvolta: le creature sono invitate a non temere e ad avere coraggio dinanzi al prodigio evidente: gli occhi dei ciechi si aprono, le orecchie dei sordi si schiudono, la lingua del muto si scioglie, lo zoppo salta come un cervo. Alla gioia deve unirsi la costanza sul modello dell’esperienza del contadino, e la sopportazione tipica dei profeti. Non è certo una crisi di fede quella che spinge Giovanni il Battista dal carcere a chiedere a Gesù se Lui è davvero il Messia, ma il bisogno di una certezza per i suoi seguaci. Essi sono autorevolmente confermati dalle opere che Gesù compie e che essi osservano: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono, i poveri accolgono l’annunzio del Vangelo. Si attua nuovamente il monito profetico. Giovanni poi riceve il superlativo encomio da parte di Gesù: grande profeta, messaggero che prepara la via, il più grande tra i nati di donna. P. Angelo Sardone