La semina del mattino
1962. «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?» (At 4,7).
Un evento così bello che aveva dato la piena guarigione fisica ad uno storpio, aveva determinato un autentico sconquasso nella comunità civile di Gerusalemme, cominciando dai capi religiosi che, irritati anche dal fatto che molti aderivano a questa nuova via, mal sopportavano l’audacia di Pietro ed il suo parlare franco e coraggioso della risurrezione di Cristo. I due apostoli furono condotti in prigione ed il giorno dopo, portati in pubblica piazza furono invitati a chiarire quello che dicevano e ciò che stava accadendo. Ormai i sacerdoti e tutto il loro seguito erano in un imbarazzo terribile e si sentivano profondamente umiliati perché a quello che ritenevano essere stato un intervento risolutivo delle fandonie dette dal Nazareno tolto di mezzo con la crocifissione, stava seguendo ora da parte di migliaia di persone un’adesione spontanea alle convincenti parole di Pietro. Era cominciata l’era dello Spirito: sotto il suo dominio Pietro parlava con coraggio e senza reticenza alcuna, non lesinando responsabilità gravi e dirette dei capi. Ma affermava soprattutto che il grande miracolo era avvenuto per opera di Gesù Cristo e nel suo nome. Proprio dal Cristo era venuta l’opera della salvezza ed era stabilito da Dio che nel suo Nome d’ora in poi ciascuno si sarebbe potuto salvare. Come su una pietra angolare alla base della costruzione, indispensabile e robusta, il nuovo tempio della Chiesa si basa su Cristo posto direttamente da Dio a forte e perenne fondamento della nuova comunità dei credenti. Su questa base tuttora si regge la Chiesa con tutte le sue membra che in questi giorni piange il suo capo che ha nome Francesco, nel suo passaggio alla vita senza fine. P. Angelo Sardone