Solennità di tutti i Santi

Sintesi liturgica.

Solennità di tutti i Santi.

L’esperienza mistica di Giovanni, si muove su due sensi: l’udito e la vista. A Patmos il veggente ode il numero dei salvati, centoquarantaquattromila, segnati col sigillo: è il numero 12, la totalità, elevato al quadrato e moltiplicato per 1000. Vede una moltitudine immensa, incalcolabile, di nazioni, tribù, popoli e lingue diverse, che stanno in piedi davanti al trono ed all’Agnello. Le vesti candide e la palma indicano la partecipazione alla gloria ed il segno del martirio. Inneggiano a Dio ed all’Agnello cui appartiene la salvezza. Gli angeli proclamano il settenario di gloria e potenza aperto e chiuso con un solenne «Amen». Le beatitudini evangeliche, con soggetti e motivazioni dell’esaltazione, sanciscono il percorso obbligato per la vera santità: i poveri possiedono il regno dei cieli; chi piange è consolato; il mite eredità la terra; gli affamati ed assetati di giustizia sono saziati; i misericordiosi trovano misericordia; i puri di cuore vedono Dio; gli operatori di pace sono indicati come figli di Dio; il regno dei cieli appartiene ai perseguitati per la giustizia. Per i seguaci di Cristo gli insulti, le persecuzioni e le menzogne sono causa di gioia ed esultanza perché attirano la ricompensa celeste. I Santi sono i figli carissimi ai quali Dio si è rivelato:resi simili a Lui e purificati, lo vedono com’Egli è. Sono strade di luce verso il cielo sulle quali si muovono i passi degli uomini. P. Angelo Sardone