II domenica di Quaresima

II domenica di Quaresima. Abramo crede al Signore: è Lui che lo ha fatto uscire dalla terra di Ur, l’ha condotto nella terra di Canaan e gliel’ha data in possesso per la sua discendenza, numerosa quanto le stelle. Il segno visibile e giuridico è l’alleanza che Dio stipula con lui, secondo il costume del tempo, passando come una fiaccola ardente in mezzo agli animali divisi in due. La Trasfigurazione evoca la meta del cammino cristiano: il volto radioso di Cristo, il candore sfolgorante delle sue vesti, il richiamo alla Legge e ai Profeti, sono i segni nuovi e trasformanti della vita dell’uomo oppressa dal sonno e svegliata dalla gloria di Dio. La contemplazione degli apostoli è estatica ma anche paurosa quando avvertono di essere alle soglie del mistero. La voce di Dio è perentoria: “Cristo è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” Il cristiano è cittadino del cielo: la trasfigurazione del suo corpo è affidata a Gesù che ha il potere su tutto. Occorre rimanere saldi in Lui, non comportarsi da nemici della croce di Cristo, uomini il cui dio è il ventre, spudorati ed arroganti vantatori di cose di cui ci si dovrebbe vergognare, inesorabilmente avviati verso la perdizione. Dio ce ne guardi! P. Angelo Sardone