Giovedì Santo

Giovedì santo. Giorno della “cena del Signore”: in essa, “come con un parto gemello del suo Cuore” Gesù istituisce l’Eucaristia e il Sacerdozio e lava i piedi degli Apostoli. Sono doni sublimi, espressioni mirabili di un amore amato “sino alla fine”. Il primo riferimento storico del l’istituzione dell’Eucaristia riportato da S. Paolo, è connesso con la celebrazione della Pasqua prescritta da Dio a Mosé ed Aronne in Egitto. Gesù si sostituisce all’agnello offrendo il suo corpo per noi, versando il suo sangue per la remissione dei peccati e facendo della cena il “memoriale” della sua Pasqua di morte e risurrezione, fino alla sua definitiva venuta. La lavanda dei piedi, umile gesto di purificazione e di servizio, dal profondo valore salvifico ed emulativo, è riportato dall’evangelista Giovanni in una visuale propriamente eucaristica. Gesù insegna agli Apostoli, e per conseguenza ai sacerdoti, il servizio d’amore che li impegna a lavare i piedi degli altri, impolverati e spesso lacerati per cammini improvvidi e situazioni disagiate, a sanare le profonde e dolorose ferite subite o provocate da se stessi con atteggiamenti irresponsabili e scelte di peccato. L’esaltazione dell’Eucaristia si protrae per tutta la notte con l’adorazione, tributo di lode e gratitudine al corpo e sangue di Cristo, cibo della vita, pane del cammino, segno di un amore grandioso e senza misura. Oggi è il giorno nel quale anche io sono stato generato da Cristo come sacerdote del Dio Altissimo.
P. Angelo Sardone.