763. «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele»

La semina del mattino
763. «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele» (Ger 31,3-4).

Anche il libro di Geremia contiene una sezione detta “Libro della consolazione” di appena 2 capitoli, poetici e densi di grandi insegnamenti. Essi culminano nella promessa di Dio di realizzare ancora una volta l’alleanza, diversa da quella fatta coi Padri, perché scritta direttamente da Lui nel cuore. Il dialogo avviato col popolo ha i toni stupendi di una profonda relazione di amore, di un vincolo straordinario di affetto che oltrepassa la sua infedeltà, il facile scoraggiamento, l’adesione agli altri dei considerati come amanti. Il Dio del cielo è ricco di grazia e di perdono perché il suo amore non è passeggero come quello dell’uomo, calcolatore ed opportunista, anche negli ambiti più sacri dell’amicizia e del matrimonio. Il suo amore è eterno e ciò è la base della perseveranza che si traduce in accoglienza e perdono continuo. Il peccato distrugge perché riduce il tutto alla singola persona; alla preminenza di Dio sostituisce l’ancoraggio al proprio io. Ciò determina evanescenza, poco profitto, ricerca esasperata e continua di approvazioni e consensi, di un posto in cui collocarsi stabilmente, facendo seccare energie e doni e mettendo a dura prova la pazienza di tanti. I primi a pagarne le spese sono gli adulatori senza midollo col facile elogio del sensazionale quale ritorno psicologico, mentre in concreto manifestano inconsistenza e povertà spaventosa, umana, psicologica e spirituale. L’amore di Dio nella pura fedeltà e nella coerenza, porta tutti alla maturità vera. P. Angelo Sardone