557. «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?»

La semina del mattino
557. «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?» (1Sam 1,8).

La Sacra Scrittura spesso riporta avvenimenti di carattere familiare che però hanno grande importanza nell’intero piano della salvezza. È il caso della storia di Anna, la mamma del profeta Samuele e della sua vicenda profondamente umana legata alla sterilità, alla sua prostrazione psicologica ed affettiva ed ai soprusi subiti da Pennina, l’altra moglie di suo marito Elkana, che faceva sentire la sua indiscussa supremazia affettiva e la valenza sociale proprio perché era prolifica. Nella mentalità ebraica la sterilità era considerata una sorta di maledizione di Dio. Sono diverse le esperienze riportate dalla Bibbia. Anna piange, non mangia è rinchiusa nella sua tristezza. Il marito, dolce e comprensivo, risponde con una serie di domande nel tentativo di una efficace consolazione. Le dice con che lui può valere per lei più di dieci figli, tanto grande è il suo amore, la sua comprensione, il suo appagamento, nonostante tutto. Ma ciò non basta alla donna che si vede privata della maternità, prima e fondamentale sua vocazione. Il resto della storia racconta che Anna non continuerà più a piangersi addosso ma guarderà avanti con fiducia fino a strappare a Dio il dono di un figlio con la preghiera ed il voto di nazireato. Queste situazioni si ripetono nel mondo di oggi laddove a spose prolifiche si alternano spose sterili con tutte le conseguenze psicologiche, umane ed anche spirituali. Quanto è importante la presenza di un marito comprensivo, affettuoso che colma il vuoto con la sua dedizione ed il suo intenso affetto. P. Angelo Sardone