30 giugno 2020

Mattutino di speranza

30 giugno 2020

Il primo luglio 1886, dopo una intensa preparazione durata due anni, S. Annibale Maria Di Francia collocò stabilmente Gesù Sacramentato nella cappella ricavata da una delle casette del malfamato Quartiere Avignone a Messina, dove egli operava, tra i 200 poveri circa che vi abitavano. Ritenne quella la data di fondazione dell’Opera costituita dagli Orfanotrofi femminile e maschile, dalla neonata Comunità delle Figlie del Divino Zelo ed un primo nucleo di collaboratori. Sin dal 1878 epoca del suo ingresso nel quartiere, il santo canonico avrebbe potuto farlo liberamente, ma quella gente non ne avrebbe compreso l’importanza. In occasione di un pranzo offerto ai poveri della città il 19 marzo 1881, per la prima volta S. Annibale celebrò la S. Messa nel quartiere ma tutto si chiuse lì. Urgeva impartire una adeguata formazione umana, religiosa e spirituale; solamente dopo si sarebbe potuto erigere una chiesa e collocare stabilmente Gesù Eucaristia per farlo diventare il punto di riferimento di tutto e di tutti. Occorreva attendere perchè nascesse in tutti il desiderio di avere Gesù Sacramentato coinquilino tra quelle povere e malandate case. Maturarono i tempi mentre «nasceva in tutti il desiderio che la chiesetta diventasse sacramentale». Parlando in terza persona S. Annibale in seguito racconterà: «Il sacerdote che aveva incominciato l’opera, stimò che la venuta di Gesù Sacramentato in quell’oratorio, in mezzo a quella turba di poveri d’ogni specie e di fanciulli fosse preceduta da una preparazione abbastanza lunga ed adatta ad impressionare profondamente gli animi; stimò che la venuta del SS.mo Sacramento in quel locale dovesse segnare un avvenimento, un’epoca dell’Opera, perchè il Signore Nostro Gesù Cristo sarebbe ivi ospitato proprio in mezzo ai poverelli fatto anche Lui poverello tra quelle casupole per amore dei suoi derelitti figli». Questa è la chiave di lettura di un avvenimento di grande importanza per la fede del Fondatore, la vitalità e la continuità stessa dell’Opera di carità intrapresa in quel quartiere. Per due anni di seguito con diverse industrie spirituali Egli suscitò una santa aspettazione nell’animo dei fanciulli e delle fanciulle ricoverate e nei poveri abitanti, con continue istruzioni catechetiche sull’importanza dell’avvenimento ed apposite preghiere. Un inno da lui composto divenne l’espressione di quel desiderio: «Cieli dei cieli apritevi, scenda il Diletto a noi, chiuso nell’Ostia, vittima del suo divino amor. Venga tra i figli suoi l’amato Redentor». Giunse il 1° luglio 1886. Nella chiesetta adorna di fiori e di luci alle 7.00 del mattino S. Annibale salì sull’altare per la celebrazione della S. Messa. I partecipanti cantavano con mestizia: «Cieli dei cieli apritevi, scenda il diletto a noi» e recitavano la preghiera «Desiderio per la venuta di Gesù Sacramentato». Dopo la consacrazione eucaristica esplose il canto di gioia: «Cessino ormai le lagrime, finisca ogni dolor… venne tra noi Gesù». Al termine della S. Messa il SS.mo fu posto in un ostensorio di argento massiccio e fu portato in processione per le stradine del quartiere e nella pubblica via della città, con gli orfani e le orfane vestiti a festa e la turba dei poveri che accompagnava. Rientrati nella chiesina l’ostensorio fu esposto sopra un trono per l’adorazione che durò tutto il giorno. Non ci fu tempo per pranzare regolarmente per non interrompere la preghiera. La giornata si concluse la sera con la benedizione del SS.mo Sacramento. Finalmente il tabernacolo era pieno: c’era Gesù.  Anche il quartiere ora non era più vuoto: c’era il Creatore e Redentore, il padre dei poveri. L’avvenimento che aveva destato tanta impressione nell’animo dei piccoli e dei poveri, doveva essere annualmente ricordato. Per questo, a partire dall’anno successivo, il 1887, S. Annibale diede inizio alla Commemorazione della Festa del 1° Luglio, un tributo annuo di amore e di fede, un debito di gratitudine «per l’amorosa e dolcissima dimora di giorno e di notte di Gesù sacramentato nell’Opera rogazionista». Col suo genio inventivo ideò il cerimoniale: l’aspettazione di Gesù, tenendo volutamente il tabernacolo vuoto onde stimolare il desiderio di averLo in mezzo, il conferimento di un titolo annuale a Gesù per salutarLo mentre torna nel santo tabernacolo, un inno corrispondente da musicare e cantare. A questa singolare festività che il fondatore volle «di primordine» è sotteso il dato singolare della sua fede: Gesù Eucarestia è il «vero, effettivo, immediato fondatore dell’Opera» e il «centro amoroso, fecondo, doveroso e continuo di essa». Era sua convinzione che Dio aveva fatto una cosa nuova, del tutto originale: volendo elevare a istituzione il divino comando della preghiera per le vocazioni, il Signore, senza alcuna intermediazione, si era mostrato geloso di essere Egli stesso dal santo tabernacolo, il vero fondatore dell’Opera rogazionista. La festa del 1° luglio è ormai Tradizione consolidata e le due Congregazioni delle Figlie del Divino Zelo e dei Rogazionisti hanno riportato grandi frutti. Da Messina la piccola carovana ha raggiunto diverse parti del mondo diffondendo il carisma del «Rogate» ossia la preghiera per le vocazioni e la carità soprattutto verso i piccoli ed i poveri, coinvolgendo una nutrita schiera di donne e uomini, religiosi, religiose e tanti laici. Dal 1936, anno cinquantesimo dall’istituzione delle feste eucaristiche, Gesù è acclamato e adorato «Divino Trionfatore». P. Angelo Sardone