295. «Chi sei, o Signore? Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare»

La semina del mattino
295. «Chi sei, o Signore? Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare» (At 9,4-6).

Dal capitolo nono degli Atti degli Apostoli prende piede la straordinaria vicenda umana ed apostolica di Saulo di Tarso, cioè l’Apostolo Paolo. Era stato presente ed aveva approvato la lapidazione di Stefano; ai suoi piedi fu deposto il suo mantello, quasi un passaggio di testimone per quello che lo Spirito stava per compiere in Lui. Paolo, il cui nome dal latino significa piccolo, scarso, sarà una delle figure eccellenti dell’intera storia della Chiesa e della teologia di tutti i tempi. Da tenace assertore del Giudaismo, cresciuto alla scuola di Gamaliele, diventerà l’Apostolo per eccellenza. La vicenda iniziale della sua conversione parte dalla missione fremente di odio contro i cristiani di Damasco, città verso la quale si stava dirigendo, zelante contro la nuova religione che sta prendendo piede soprattutto dopo la risurrezione di Gesù di Nazaret. Mentre è in cammino e minaccia strage contro i cristiani, una luce lo avvolge e cade rovinosamente per terra. Una voce gli parla chiedendogli il perché della sua efferata persecuzione. Inebetito e frastornato per la luce, la caduta e la locuzione celeste, chiede alla voce di dichiararsi. Prontamente gli viene risposto: “Sono quel Gesù che tu perseguiti!” Nel volto, nella vita e nelle sofferenze dei cristiani oggetto di persecuzione di Paolo, si nasconde lo stesso Cristo, il vivente. Deve raggiungere Damasco e cercare Anania, che gli riferirà cosa deve fare. Tutto d’un tratto la furia persecutoria viene ammansita dalla voce e dalla presenza di Cristo. L’incontro con Anania dopo tre giorni di assoluta cecità, è salutare ai fini del discernimento e della sua vocazione. P. Angelo Sardone