1619. «Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, di consiglio e di fortezza, di conoscenza e di timore del Signore»

La semina del mattino
1619. «Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, di consiglio e di fortezza, di conoscenza e di timore del Signore» (Is 11,2).

Il cammino dell’Avvento corre sui passi dei profeti. In particolare Isaia dà un tono rilevante soprattutto con il cosiddetto «Libretto dell’Emmanuele». Questo prezioso scrigno contiene in sintesi gli elementi portanti che aprono la comprensione del mistero del Messia che è datore e portatore dello Spirito del Signore. Di un grande spirito missionario fu pervasa la vita e l’opera apostolica di S. Francesco Saverio (1506-1552) del quale oggi ci celebra la memoria liturgica. Grande figlio di S. Ignazio di Loyola, membro del primo gruppo dei Gesuiti, dal fondatore il 1541 viene inviato nelle Indie per la loro evangelizzazione. La notizia gli viene data il giorno primo della partenza ed ha il tempo di prendere con sé solo il suo crocifisso, un breviario e un altro libro. Raggiunge le Indie, quasi alle estremità del mondo, con tre suoi confratelli e comincia il suo apostolato al servizio del Vangelo in città e villaggi fino a raggiungere le isole Molucche. Ha di mira anche il Giappone e la Cina. Viaggi estenuanti in ogni periodo dell’anno, anche sotto la neve, con fatiche quasi disumane. Dotato di uno straordinario dinamismo, portava nel cuore un’ansia altrettanto straordinaria per l’avvento del regno di Dio e lo sviluppo della conoscenza di Cristo. Sono rimaste celebri le sue «grida» da pazzo rivolte ai frequentatori delle Università dell’Europa «che hanno più scienza che carità», richiamandoli al servizio missionario immediato per strappare molte anime dall’inferno ed aprire loro le porte del cielo. In lui si sono realizzate a pieno le espressioni di S. Paolo: «charitas Christi urget nos» (2Cor 11,14), «L’Amore di Cristo ci spinge!». P. Angelo Sardone