1182. «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli»

La semina del mattino
1182. «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli» (Sal 115, 15).
Uno straordinario commento di S. Agostino canta le gesta eroiche dei martiri che, a suo dire, «fanno rifiorire la Chiesa in ogni luogo» e si rifanno al prezzo pagato da Cristo, colui che è morto per tutti (Disc. 329, 1-2). La cruenta testimonianza dei martiri è un seme che caduto nella terra la fa fruttificare. La liturgia odierna ricorda i santi Medici Cosma e Damiano. Pur essendo una memoria facoltativa, presso il popolo di Dio essa ha acquistato un valore grande di devozione e popolarità in ogni parte del mondo. La tradizione li vuole medici, gemelli, in una famiglia con altri tre fratelli (Leonzio, Antimo e Euprepio, particolarmente venerati ad Oria), e li colloca in Siria dove sarebbe avvenuto il loro martirio intorno al 303 d.C. Esercitarono l’arte medica a titolo assolutamente gratuito: per questo erano detti «anargiri» cioè «senza compenso di argento o di denaro». Questo era il loro apostolato: insieme con le cure mediche diffondevano la conoscenza di Gesù Cristo ottenendo molte conversioni e provocando quindi l’ira dell’imperatore. Il loro culto si sviluppò fin dal V sec. dato il gran numero di guarigioni che si verificarono per loro intercessione. Il popolo di Dio li invoca continuamente manifestando una straordinaria devozione, assimilandoli al mistero di Cristo nella sua passione e morte. Con loro i cristiani glorificano Dio che è «mirabile nei suoi Santi» impegnandosi a condurre una vita modellata sull’insegnamento e l’esempio stesso di Cristo. Auguri a tutti coloro che portano i nomi dei santi Medici e godono della loro protezione, perché imitando il loro esempio siano generosi nell’offrire le loro competenze ed il loro servizio a chi ne ha bisogno. P. Angelo Sardone