Famiglia fonte di felicità

Mi sono imbattuto in un articolo, pubblicato sulla rivista “sanfrancesco”, scritto dallo psicologo e psicoterapeuta Salvo Noè, dal titolo “La vera FELICITA’”.
Già il titolo mi ha incuriosito molto come penso incuriosisca chiunque. Ma di più sono stato colpito dal contenuto.
Partendo dal presupposto che definire la felicità è molto difficile, la domanda interessante che mi ha fatto fermare a riflettere è stata: “Da cosa deriva la felicità, indipendentemente dal tipo di felicità di cui si parla?
La risposta che viene data non scaturisce da una riflessione personale ma viene estratta da uno studio fatto da uno psicologo ricercatore di Harvard, Stati Uniti.
Lo studio si propone di indagare se esiste una formula per il “vivere bene”. Praticamente ci si propone di conoscere ciò che rende felice la gente.
Dai risultati viene fuori che un elemento essenziale che porta alla felicità sono i legami affettivi, quelle connessioni spesso complesse che tengono vicine famiglie ed amici. Sono i legami affettivi i fattori che rispetto ad ogni altra variabile, portano ad essere felici. Ma, approfondendo, è dopo la mezza età che i legami affettivi diventano ancora più importanti perché risultano l’unico fattore che porta la felicità. Più le relazioni sono salde, profonde, meglio è. Ho letto, da qualche parte, che le relazioni sono ponti che ci uniscono all’altro, agli altri. Più sono saldi, resistenti, a prova di crollo, più sono efficaci e tengono nel tempo.
Lo studio americano rileva che non si raggiunge un importante livello di felicità se non si ha una relazione di coppia di qualche tipo. In questo il matrimonio è un fattore importante.
Ci dice niente, a noi famiglie, tutto questo?
E non finisce qui. Dallo studio sulla FELICITA’, viene fuori che altri fattori che portano alla felicità… , udite, udite, … sono:

  • Una dose costante di azioni di generosità;
  • Stilare elenchi di cose per le quali si è grati, che genera sensazioni di felicità nel breve termine.
  • Coltivare un atteggiamento di gratitudine generale, che genera sensazioni di felicità nel lungo termine;
  • Condividere nuove esperienze con qualcuno a cui vogliamo bene;
  • Perdonare le persona care quando ci offendono.

Ancora una volta dico: ma queste cose, a noi discepoli di Cristo, sono nuove? O la vita di famiglia, vissuta da cristiani, già contiene questo? O per lo meno dovrebbe contenerlo!
E poi, dulcis in fundo: il denaro non supera l’esame. Le persone che guadagnano tanto non sono significativamente più felici di quelle che guadagnano normale. I soldi sono un fattore importante per la felicità solo nel caso in cui sollevano una persona dalla sua condizione di povertà. Al di sopra della soglia di povertà ricchezza e felicità camminano su strade diverse.
In pratica una volta soddisfatte le nostre necessità basilari, per essere felici abbiamo solo bisogno di molti amici e familiari affettuosi con cui instaurare relazioni forti.